La psicomotricità è una disciplina che studia e interviene sull’unità tra corpo, movimento, emozioni e cognizione. Non si limita a un’attività fisica, ma rappresenta un approccio educativo e terapeutico fondamentale in tutte le fasi della vita. La psicomotricità, infatti, si adatta alle caratteristiche e ai bisogni delle diverse fasce d’età, promuovendo sviluppo armonico, consapevolezza corporea e benessere globale.
In questo articolo esploreremo l’importanza della psicomotricità nell’infanzia, nell’età scolare, nell’adolescenza, nell’età adulta e nella terza età, evidenziando i benefici specifici e le metodologie più adatte.
Indice
Cos’è la Psicomotricità
La psicomotricità considera il movimento come espressione globale della persona, in stretta relazione con gli aspetti affettivi, cognitivi e relazionali. È utilizzata in ambito preventivo, educativo e riabilitativo, ed è applicabile sia a soggetti con sviluppo tipico che con difficoltà motorie, emotive o comportamentali.
Psicomotricità nella Prima Infanzia (0–6 anni)
In questa fase, il bambino esplora il mondo attraverso il corpo. La psicomotricità ha l’obiettivo di:
- Sostenere lo sviluppo psicomotorio (coordinazione, equilibrio, tono, lateralizzazione)
- Promuovere il gioco simbolico e relazionale
- Favorire l’integrazione tra movimento, emozione e linguaggio
- Prevenire difficoltà posturali, comportamentali e relazionali
Le attività si svolgono in ambienti stimolanti, con materiali morbidi, percorsi, strumenti musicali e giochi corporei guidati dal terapista o psicomotricista.
Psicomotricità in Età Scolare (6–10 anni)
Durante la scuola primaria, il bambino sviluppa maggiore padronanza motoria e inizia a strutturare schemi mentali e sociali più complessi. La psicomotricità in questa fascia d’età favorisce:
- Organizzazione spazio-temporale e coordinazione globale
- Consolidamento dello schema corporeo
- Autoregolazione emotiva attraverso il movimento
- Capacità di attenzione, ascolto e cooperazione
È utile anche per bambini con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), ADHD o difficoltà di socializzazione.
Psicomotricità in Adolescenza (11–18 anni)
L’adolescenza è un momento di cambiamento fisico, cognitivo e identitario. Il corpo cambia velocemente e spesso non viene vissuto con piena consapevolezza. La psicomotricità può:
- Sostenere la relazione con il nuovo schema corporeo
- Favorire l’autostima e la percezione positiva del sé
- Regolare tensioni, aggressività e ansia attraverso attività motorie simboliche e creative
- Facilitare l’espressione delle emozioni con modalità non verbali
È particolarmente indicata per adolescenti con disturbi psicosomatici, insicurezze corporee o fragilità relazionali.
Psicomotricità in Età Adulta
Anche in età adulta, la psicomotricità può giocare un ruolo importante, soprattutto in ambiti come:
- Gestione dello stress e della tensione muscolare
- Percorsi di consapevolezza corporea e rilassamento
- Supporto in fasi di cambiamento (maternità, menopausa, riabilitazione post-traumatica)
- Miglioramento della postura, del respiro e del benessere psico-fisico
Il corpo è spesso dimenticato nella frenesia quotidiana: la psicomotricità lo riporta al centro, come strumento di ascolto e armonia interiore.
Psicomotricità nella Terza Età
Nell’anziano, il corpo rallenta ma non smette di comunicare. La psicomotricità nell’età avanzata è un valido alleato per:
- Mantenere e stimolare le capacità motorie residue
- Prevenire la perdita di autonomia e l’isolamento
- Rinforzare la memoria motoria e cognitiva
- Contrastare il decadimento psicofisico attraverso esercizi mirati, lenti e rispettosi dei limiti individuali
Le sedute possono includere esercizi di equilibrio, coordinazione, ritmo, respirazione e rilassamento, in un clima motivante e relazionale.
Conclusione
La psicomotricità è uno strumento trasversale ed evolutivo, che accompagna la persona in ogni fase della vita. Grazie all’azione congiunta su corpo, mente e relazione, favorisce la crescita, il benessere e l’inclusione. Saper adattare gli interventi alle diverse fasce d’età è la chiave per rendere il movimento uno strumento educativo potente e rispettoso della globalità della persona.