I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una problematica crescente anche nel mondo dello sport, dove l’attenzione al peso, all’estetica e alla performance può spingere alcuni atleti verso comportamenti alimentari disfunzionali. Tra i più diffusi vi sono anoressia e bulimia, due condizioni che, pur avendo radici comuni, presentano caratteristiche diverse e richiedono un approccio specialistico integrato. In questo contesto, il nutrizionista sportivo gioca un ruolo chiave, sia nella prevenzione che nel supporto alla gestione di queste problematiche.
Indice
Anoressia: caratteristiche principali
L’anoressia nervosa si manifesta attraverso una forte restrizione alimentare, una paura intensa di aumentare di peso e una percezione distorta della propria immagine corporea. Negli sportivi, può essere accentuata dalla ricerca di leggerezza, velocità o definizione muscolare, soprattutto in discipline come ginnastica artistica, danza, atletica o sport di resistenza. Le conseguenze possono essere gravi: perdita di massa muscolare, riduzione della densità ossea, squilibri ormonali e compromissione delle prestazioni atletiche.
Bulimia: caratteristiche principali
La bulimia nervosa si distingue per episodi ricorrenti di abbuffate, seguiti da comportamenti compensatori come vomito autoindotto, uso di lassativi o eccessiva attività fisica. A differenza dell’anoressia, il peso corporeo può rimanere nella norma, rendendo più difficile riconoscere il disturbo a prima vista. Negli atleti, questo può tradursi in un circolo vizioso tra eccessi calorici e senso di colpa, che compromette sia la salute psicofisica che la capacità di sostenere allenamenti intensi.
Differenze tra Anoressia e Bulimia
- Restrizione vs. compensazione: l’anoressia si basa sulla restrizione calorica, mentre la bulimia alterna eccessi e pratiche di compensazione.
- Peso corporeo: nell’anoressia il peso tende a scendere molto al di sotto della norma, nella bulimia può restare normale o oscillare.
- Percezione del corpo: in entrambi i casi vi è una distorsione dell’immagine corporea, ma nell’anoressia è più marcata e accompagnata da rifiuto dell’alimentazione.
- Manifestazioni fisiche: l’anoressia porta a deperimento e fragilità organica, la bulimia a squilibri elettrolitici e danni gastroesofagei.
Il Ruolo del Nutrizionista Sportivo
Il nutrizionista sportivo è una figura essenziale per prevenire e affrontare questi disturbi negli atleti. Il suo compito non è solo quello di elaborare piani alimentari, ma anche di educare e sensibilizzare lo sportivo a un approccio equilibrato al cibo e al corpo.
In particolare, il nutrizionista può:
- Creare piani nutrizionali personalizzati, che rispettino il fabbisogno energetico e sportivo senza estremizzazioni.
- Educare sull’importanza dei nutrienti, mostrando come carboidrati, proteine e grassi contribuiscano a performance e recupero.
- Monitorare parametri fisici e nutrizionali per individuare segnali di rischio (perdita eccessiva di peso, carenze, alterazioni ormonali).
- Collaborare con psicologi e medici in un approccio multidisciplinare per gestire i disturbi già presenti.
- Promuovere la consapevolezza alimentare, aiutando l’atleta a vivere il cibo come alleato e non come nemico.
Conclusione
Anoressia e bulimia rappresentano due facce diverse di una stessa fragilità psicologica che può colpire anche chi pratica sport. Le differenze tra i due disturbi sono importanti per una diagnosi corretta, ma in entrambi i casi la figura del nutrizionista sportivo diventa fondamentale per riportare equilibrio tra alimentazione, performance e benessere. Prevenzione, educazione e supporto professionale sono le chiavi per garantire agli atleti una pratica sportiva sana e sostenibile, lontana da estremizzazioni che mettono a rischio la salute.